L’immenso Nilo

Il fiume che trasportò la culla di Mosè e la nave di Cleopatra, che diede acqua e cibo agli antichi Egizi, che ispirò le conquiste di Alessandro il Grande e di Giulio Cesare, che lambiva l’ineguagliabile mole delle piramidi e dei templi, scorre ancora oggi; pochi dei fiumi del mondo toccano tante varietà di territorio lungo il loro tragitto verso il mare, ma il Nilo è un fiume di superlativi: con 6.671 chilometri di lunghezza è il maggiore fiume del pianeta, scorre da sud a nord ed è formato da tre fiumi principali, noti come Nilo Bianco, Azzurro e Atbara, che formano un bacino fluviale pari a circa un decimo della superficie dell’Africa, esteso su 3.348.870 chilometri quadrati; molti pensano al Nilo soltanto come al fiume bordato da deserti che scorre attraverso l’Egitto, ma in realtà le sue sorgenti si trovano oltre 4.800 chilometri a monte della nazione, nel cuore dell’Africa, e il suo corso si snoda tra foreste tropicali e pluviali e attraverso le praterie della savana e le paludi prima di raggiungere realmente il deserto.

Se si dovesse percorrerlo dalle sorgenti al mare, si dovrebbe iniziare dal fiume Kagera, che nasce nel Burundi e si dirige verso il lago Vittoria, detto anche Victoria Nyanza, il più grande dell’Africa e il principale bacino idrico del Nilo; lungo 338 chilometri e ampiezza pari a 241, il lago è chiuso da una linea costiera altamente variata: la sud-occidentale presenta precipizi di 90 metri d’altezza, la settentrionale è pianeggiante e spoglia, mentre sull’occidentale lo sguardo è deliziato da paludi di papiro abitate dagli ippopotami.

Il fiume, che in questo punto riceve l’appellativo di Nilo Victoria, esce dal lago attraverso le cascate di Karuma, oltre 25 chilometri di rapide di acque ribollenti che mozzano il respiro; lungo le sponde errano gli elefanti, le esili antilopi alcelafi, le giraffe, le antilopi e un numero incalcolabile di uccelli, mentre i coccodrilli attendono pazientemente sul pelo dell’acqua che un imprudente animale possa trasformarsi in uno spuntino.

Il Nilo Vittoria si affretta con una portata spaventosa verso le cascate Murchison, al limite del lago Albert, dove il corso fluviale si restringe in un crepaccio nella roccia che non raggiunge l’ampiezza di sei metri, forzando le acque in un torrente spumeggiante che si getta da un’altezza di 40 metri in un limaccioso gorgo turbinante: qui le rocce si scuotono letteralmente sotto la violenta forza del fiume.

Oltrepassate la rapide il Nilo confluisce in un altro grande lago, che ha preso il nome del consorte della regina Vittoria, il principe Albert, poi, in corrispondenza del corso attraverso il Sudan, assume la denominazione di Nilo Bianco, che dalle foreste del Nilo Albert si dirige a irrigare le vaste paludi di As Dudd, nel Sudan meridionale, dimora di un gran numero di ippopotami che sguazzano nelle acque e si nutrono delle erbe locali.

Raggiunta Khartoum, la capitale del Sudan, il fiume riceve il corso del suo maggiore tributario, il Nilo Azzurro, le cui sorgenti si trovano nelle montagne etiopi, nei pressi del lago Tana: qui gradualmente l’area circostante assume l’aspetto della savana e del deserto, il deserto della Nubia.

Poco più di 300 chilometri a nord di Khartoum al Nilo si unisce l’Atbara, anch’esso proveniente da una località degli altipiani etiopici, non lontano dal lago Tana, l’ultimo dei suoi affluenti maggiori, dopodichè si getta in una gola che descrive un’ampia curva a “S” attraverso l’arido deserto nubiano, nel Sudan settentrionale; a questo punto il fiume scorre attraverso le sei rapide che hanno ricevuto il nome di cataratte, nel Sudan settentrionale e nell’Egitto meridionale. La seconda cataratta dell’antichità non esiste più in quanto, appena oltre il confine egiziano, il fiume è immissario del lago Nasser, un bacino artificiale originato dalla diga di Assuan, costruita nel 1971, che con quasi 5000 chilometri quadrati di superficie è il più grande bacino costruito dall’uomo.

Attraverso l’Egitto la Valle del Nilo si estende per quasi 1530 chilometri di lunghezza; a nord di Edfu misura fra gli 8 e i 16 chilometri di ampiezza, con ripidi dirupi su entrambe le sponde, mentre a nord del Cairo è caratterizzata dal fertile delta. A est del fiume, il Deserto Orientale, una parte del Sahara consistente di un tavolato che dal Nilo si inclina verso l’alto a una quota di 600 metri e si estende verso oriente fino al Mar Rosso, è una regione montuosa tagliata dall’alveo di corsi d’acqua prosciugati, detti wadi.

L’inondazione prodotta ogni anno dal fiume compensa la scarsità delle precipitazioni, che in questo deserto ammontano a meno di 25 centimetri di pioggia all’anno; tuttavia, per migliaia di anni gli spessi e torbidi depositi di nero limo trasportato dalla corrente hanno concimato queste terre, tanto che attualmente più del 90 per cento della popolazione egiziana seguita a vivere all’interno della fertile fascia di territorio che si estende lungo le sponde nilotiche: lungo i banchi fluviali si osserva un susseguirsi di piccole fattorie e di villaggi, bruciati dal sole e tuttavia certi nella fiducia nel dono offerto dal fiume.

Fra le molte creature che vivono nelle acque del fiume si contano pesci come la perca nilotica (Lates niloticus), che arriva a pesare anche 80 chilogrammi , oltre a pesci gatto, anguille, dipnoi (capaci di respirare l’ossigeno atmosferico) e pesci tigre, mentre le sue sponde sono la dimora dei coccodrilli del Nilo, di lucertole, di tartarughe dal guscio morbido e di almeno 15 specie di serpenti velenosi. Finalmente il fiume raggiunge il Cairo, in arabo El-Qahirah, una città che si stima abitata da 11 milioni di persone, capitale dell’Egitto e maggiore città dell’Africa, oltrepassata la quale si apre nei 15.540 chilometri quadrati del celebre delta, che forma una gigantesca “V” verso il Mediterraneo; il canale di Suez determina il limite orientale dell’immensa foce, alla cui estremità nord-occidentale si trova la città di Alessandria d’Egitto.

Il delta, oggi riconosciuto come caratteristica geografica comuni a molti fiumi, ha derivato il nome dalla forma della lettera “D” maiuscola della scrittura greca: composto dal terreno alluvionale depositato dal Nilo per innumerevoli secoli, crea un ambiente di straordinaria fertilità per la coltivazione di una varietà di prodotti agricoli. A dispetto delle mutazioni determinate dalla diga di Assuan, il poderoso Nilo non ha perduta la sua forza e seguita a essere l’arteria principale del continente africano, trasportando le piogge tropicali dell’Africa centrale attraverso il deserto fino al Mediterraneo: il fiume che ha formato la culla di una delle prime e più influenti civiltà, rimarrà sempre un’ineguagliabile potenza, tanto culturale quanto naturale, nella storia del mondo.