Palma di Montechiaro: una gemma nascosta della Sicilia occidentale.

Incastonata tra le brulle colline dell’Agrigentino, come una gemma preziosa che riflette l’intenso ceruleo del mare, il comune di Palma di Montechiaro sorge su una collina poco distante dal capoluogo Agrigento. L’atto di fondazione del centro urbano risale al 1637, anno in cui, Carlo Caro Tomasi dei Principi di Lampedusa ottenne la “licentia populandi” da re Filippo IV.

La “Città del Gattopardo” ispirò Giuseppe Tomasi di Lampedusa, discendente del fondatore, nella stesura del suo celebre romanzo; infatti, nonostante gli eventi si svolgano a Donnafugata, attraverso una ricostruzione accurata, è possibile associare luoghi geograficamente esistenti e riconoscibili nella trasfigurazione letteraria dell’autore.

Tra arte, cultura e storia è possibile intraprendere un tour del paese visitando le vie del centro, dove spiccano la chiesa e il monastero benedettino del SS. Rosario in stile neoclassico, il palazzo ducale del XVII secolo e la maestosa Chiesa Madre di epoca barocca che si erge su una lunga scalinata di pietra.

A 3 km dal centro abitato, nella frazione Marina di Palma, sorgono su un costone roccioso a strapiombo sul Mediterraneo i ruderi dell’imponente castello appartenuto un tempo ai Tomasi di Lampedusa e fatto costruire da Federico III di Chiaramonte, conte di Modica.

Il maniero, che veniva utilizzando come punto di avvistamento, presenta una planimetria irregolare che si sviluppa attorno a un torrione dalla forma quadrata, con piccole finestre quattrocentesche; l’ambiente più conservato ed accessibile dell’edificio è la piccola cappella, all’interno della quale è possibile ammirare la statua in marmo della “Madonna col Bambino”, scolpita dal Gagini.

Infine, passeggiando per il lungomare, si può scorgere in lontananza la Torre San Carlo, appena oltre la foce del fiume Palma; la fortezza quadrangolare, su un basamento di piramide tronca, presenta tracce di un ponte levatoio,mensoloni sui quali venivano poggiati i piombatoi e, probabilmente, svolse la funzione di apparato difensivo fino al 1820.

Nonostante Giuseppe Fava l’abbia definita nel suo “Mafia” come uno dei luoghi in cui la tragedia meridionale raggiunge la sua “negativa perfezione”, malgrado i frequenti episodi di cronaca nera a causa dei quali, immeritatamente, si rende nota, Palma di Montechiaro resta un meravigliosa località con un elevato potenziale turistico e tante risorse da sfruttare.

E’ immergendosi nella natura incontaminata dei suoi pittoreschi paesaggi e rivivendo il suo passato ricco di tradizioni e arte che si realizza di aver visitato un piccolo, ma prezioso, “gioiello” di quel grande scrigno che è la Sicilia.